emass

I Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) rappresentano il primo, fondamentale approccio alla gestione ambientale da parte di una organizzazione. Essi consentono di far fronte alle complessità ambientali e tramutare i vincoli che derivano dalla tutela ambientale in opportunità. Dopo oltre 15 anni dall’introduzione dei primi riferimenti normativi, con il progetto EMASS ci si chiede se i SGA siano oggi in grado di catalizzare l’impegno e la responsabilità ambientale delle organizzazioni verso gli obiettivi del miglioramento ambientale, della competitività e dell’innovazione.

Il progetto E.M.A.S.S. (Elaborazione di Misure per l’Accessibilità agli Strumenti di Sostenibilità) ha l’obiettivo di valutare i benefici (percepiti e realizzati dalle organizzazioni) derivanti dall’adozione di un SGA, nonché sui costi e sui potenziali ostacoli all’ulteriore sviluppo dello strumento. Ci si è rivolti, nello specifico, al settore della produzione e della distribuzione di energia elettrica, con l’intento di cogliere la familiarità delle imprese operanti nel settore con la ISO 14001 e la percezione dell’utilità dello strumento per la costruzione di strategie competitive ecosostenibili.

I principali standard di riferimento per la costruzione di un SGA sono rappresentati dalle norme internazionali della serie ISO 14000 e dal Regolamento EMAS.

Le norme ISO 14000, introdotte nel 1996, sono state rilasciate con lo scopo di fornire:

  • una guida pratica per la creazione e/o il miglioramento di un sistema di gestione ambientale;
  • gli strumenti, per coloro che operano all’interno o all’esterno di un’organizzazione, per valutare gli aspetti specifici e governare la complessità della gestione ambientale;
  • mezzi consistenti e attendibili per elaborare e presentare informazioni rilevanti sotto gli aspetti ambientali di un’organizzazione.

Con le medesime finalità è stato introdotto, a livello comunitario, un ulteriore strumento volontario per l’implementazione del SGA denominato EMAS (Eco-Management and Audit Scheme). L’attuale riferimento normativo è dato dal Regolamento (CE) n. 1221/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 (cosiddetto EMAS III).

La certificazione EMAS si inserisce nel solco della politica europea per la sostenibilità delle attività di produzione e consumo: per le organizzazioni che decidano di conseguirla, costituisce un valido strumento per ottimizzare i propri processi produttivi, ridurre gli impatti ambientali e utilizzare in modo più efficiente le risorse.

ISO 14001 ed EMAS III a confronto

Le principali differenze tra la registrazione EMAS e la certificazione ISO 14001 sono riportate nella seguente tabella.

REGOLAMENTO EMAS NORMA UNI EN ISO 14001

Standard di riferimento:

REGOLAMENTO (CE) n. 1221/2009 UNI EN ISO 14001:2004

1. Analisi ambientale iniziale e dichiarazione ambientale:

EMAS richiede la realizzazione di un’analisi ambientale iniziale, concernente gli aspetti e gli impatti ambientali, e la predisposizione di una dichiarazione ambientale. ISO 14001 non richiede specificatamente l’analisi ambientale. Tuttavia, indica come buona prassi per l’organizzazione lo svolgimento di un’analisi ambientale iniziale per dare corpo alla definizione degli obiettivi e dei programmi ambientali.

Non prevede, invece, la predisposizione della dichiarazione ambientale.

2. Rapporti con i verificatori indipendenti:

L’impresa richiede la convalida della dichiarazione ambientale da parte di un verificatore indipendente (privato), accreditato dal Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit – Sezione EMAS Italia, che si avvale dell’ISPRA per gli aspetti tecnici di competenza.

Le attività di audit possono essere affidate a un’organizzazione o anche a un professionista singolo, purché accreditati nel settore di riferimento.

L’impresa richiede la verifica da parte di un organismo di certificazione (privato), accreditato da Accredia.

Le attività di audit possono essere affidate solo a un’organizzazione privata accreditata.

3. Registrazione, certificazione e iscrizione all’elenco:

Dopo la positiva ispezione da parte del Verificatore, l’organizzazione acquisisce dal Comitato il certificato di registrazione e viene iscritta in un elenco (pubblico) nazionale, tenuto dall’ISPRA. Dopo la positiva ispezione da parte dell’Ente di certificazione, l’organizzazione  acquisisce dallo stesso il certificato di conformità alla norma UNI EN ISO 14001 e viene iscritta in un elenco (pubblico) nazionale, tenuto da Accredia.

4. Riconoscimento:

Il regolamento EMAS è riconosciuto a livello europeo. La norma UNI EN ISO 14001 è riconosciuta a livello internazionale.

5. Rispetto degli obblighi normativi:

Il rispetto della legislazione vigente è una precondizione per la partecipazione al sistema. Il rispetto della legislazione vigente non è una precondizione per la conformità allo standard, nonostante lo stesso raccomandi all’organizzazione di tener conto di tutte le leggi applicabili alla propria attività e di tenere un registro delle stesse.

Obiettivi specifici

L’oggetto di analisi è stato individuato nel definire i principali costi e benefici (attesi e realizzati) per l’implementazione e il mantenimento del SGA. Più dettagliatamente, lo studio ha cercato di fornire una risposta ai seguenti quesiti:

  1. Perché le organizzazioni decidono di implementare un SGA?
  2. Quali sono i risultati che si attendono di realizzare?
  3. Quanto si discostano dalle aspettative i risultati effettivamente realizzati?
  4. Quali sono i costi previsti per l’implementazione di un SGA? Quali quelli realizzati?
  5. Quali le principali difficoltà riscontrate nell’implementazione del SGA?

Sulla base degli obiettivi è stato somministrato un questionario online ai soggetti aderenti ai SGA mediante la selezione di 84 organizzazioni campione.

Risultati di EMASS

Alla luce dei risultati ottenuti, analizzando le risposte delle aziende intervistate e in riferimento alle ipotesi formulate all’inizio della ricerca, si può concludere quanto segue.

Tra le motivazioni sottostanti la scelta delle organizzazioni di implementare un SGA, la più rilevante risulta essere la possibilità di migliorare i risultati complessivi dei processi aziendali. Emergono, inoltre, il miglioramento della gestione dei rifiuti in termini di riduzione delle quantità prodotte, conseguente all’implementazione del SGA, la riduzione dell’impatto ambientale complessivo, la riduzione dei consumi di materie prime e energia. Tra i costi invece, non sono rilevanti quelli di assicurazione, pertanto, il contenimento del rischio ambientale non riduce le risorse finanziarie connesse agli aspetti assicurativi. Tra i fattori di rischio appare rilevante il contributo del SGA per la conformità normativa.

La maggior parte delle aziende inoltre è stata influenzata, per l’implementazione del SGA, dall’incremento del livello di soddisfazione dei clienti, dal maggiore coinvolgimento del personale nella gestione ambientale e dalla possibilità di migliorare i rapporti con la comunità locale.
Al contrario di quanto ci aspettassimo, poco rilevanti risultano essere i fattori riguardanti le agevolazioni per la partecipazione a progetti regionali e per l’accesso al credito, per l’ottenimento di finanziamenti pubblici, per il riconoscimento di semplificazioni amministrative e per l’affidamento di lavori pubblici, così come sono poco rilevanti i fattori di mercato.

Tutte le motivazioni attese sono state realizzate, eccetto il miglioramento della gestione dei rifiuti e dei consumi di materie prime e energia, della conformità normativa (riduzione di multe/sanzioni per il mancato rispetto delle prescrizioni legislative), incremento del livello di soddisfazione dei clienti.

Tra i costi infrastrutturali previsti appaiono rilevanti quelli riguardanti la realizzazione di interventi per il raggiungimento della conformità legislativa, mentre si rivelano poco considerati i costi di innovazione tecnologica. Tra i costi di consulenza sono stati previsti maggiormente quelli per la formazione del personale e le risorse umane dedicate all’implementazione e al mantenimento del SGA.

La maggioranza delle aziende intervistate, per implementare e certificare il SGA ha effettivamente sostenuto costi che variano tra i 20.000 e i 50.000 euro e tra queste spiccano le medie imprese. Si discostano inoltre dai costi previsti, quelli riguardanti la formazione del personale, le risorse umane dedicate all’implementazione e al mantenimento del SGA e i costi di consulenza per i servizi tecnici.

Le principali difficoltà riscontrate risultano essere riferite all’identificazione degli aspetti/impatti ambientali significativi, alla programmazione degli obiettivi e dei traguardi ambientali, all’individuazione di indicatori e di strumenti di misurazione delle performance dei processi aziendali, a quantificare costi e benefici attesi/realizzati, alla formazione dei dipendenti, allo scarso coinvolgimento e motivazione del personale.